
Fino al momento in cui non hai trovato il reale piacere, che è semplicemente essere te stesso e non una maschera imposta di un’identità fasulla, inseguirai le situazioni meno dolorose, di camuffamento in camuffamento (anche di fronte a te stesso).
Sono tre le “radici nocive” (akuśalamūla) che impediscono all’uomo di essere se stesso: la cupidigia (tṛṣṇā) che comporta l’essere trascinati verso un oggetto che procura soddisfazione; l’odio (dveṣa) che comporta il rifiuto di tutto ciò che è contrario alla soddisfazione; l’illusione (moha) che comporta la non armonia di un atto mentale o di un’azione con la realtà.
Al centro delle rappresentazioni simboliche buddhiste chiamate Bhavacakra, “Ruota del divenire” o “Ruota della vita”, la cupidigia è rappresentata da un gallo, l’odio da un serpente, l’illusione da un maiale.
L’attaccamento genera dipendenza.
L’odio genera violenza.
L’illusione genera rancore e invidia.
– da: La vita è uno stato mentale (Bompiani).
Questa la sintesi di uno dei passaggi nel seminario “36 stratagemmi” a Incognita (Pesaro), tra taoisti dal cuore bambino, guerrieri leggeri come volatili, samurai che avvertono il sakki anche alle spalle, sciamane dalle lunghe basette che invitano all’arte della meraviglia, monaci buddhisti che spengono la mente in fiamme, psicoanalisti che ascoltano col Terzo orecchio e abati tibetani che, in forza dell’umiltà, addolciscono anche il cuore più feroce di un Kublai Khan.
Grazie a tutti i presenti, uno ad uno, per l’attenzione, per l’interazione che ci ha concesso di conversare insieme in un’atmosfera benefica di dialogo franco e costruttivo, in cui si parla per comprendersi e non per avere ragione. Stato di grazia.
Grazie anche alle organizzatrici Lalita, Jessica e Marylène che hanno reso possibile tutto ciò.
Evviva!
Gianluca Magi
www.incognita.online
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