TURBAMENTO
Un medico chiese all’allieva:
«Mi sai dire qual è quella parte del corpo che s’ingrandisce di dieci volte rispetto alla sua naturale dimensione quando viene esposta a un grande impatto emozionale?»
L’allieva arrossì visibilmente. E disse che non se la sentiva di rispondere.
Il medico quindi rivolse la stessa domanda a un altro studente, il quale prontamente rispose:
«La pupilla dell’occhio».
Allora il medico disse alla ragazza:
«Il tuo turbamento è rivelatore di tre cose. Primo: non hai studiato. Secondo: nutri pensieri di cui hai vergogna. Terzo: probabilmente un giorno avrai una forte delusione che ti addolorerà parecchio!».
Quando si è accecati dalle proprie censure mentali si vedranno le cose per quello che non sono.
«La Via dell’Umorismo di Gianluca Magi è una lettura affascinante. […]
L’umorismo di queste storie mostra che la realtà dipende da come la si guarda; insegna che il sorriso svelando la frammentarietà del pensiero umano lo avvicina alla totalità.
È un invito a intraprendere un cammino di conoscenza»
– ALEJANDRO JODOROWSKY
«I bambini si portano dentro una magia naturale, che a poco a poco, crescendo, sono costretti a distruggere ed allora cominciano a pregare: la santissima Trinità, i santi, la Madonna, una grande Madonna azzurra con gli ori e gli incensi.
È necessario imparare a respirare e riscoprire gli alberi, le pietre, gli animali e tutta la macchina della Terra: hanno un respiro interno, come noi. Hanno ossa, vene, carne, come noi».
– Giordano Bruno per Gioco dell’Eroe 2°Level di Gianluca Magi.
Libertà di infiniti mondi da amare infinitamente.
Un piacevole articolo-intervista sulla rivista GIOIA, in cui parlo di Eroi, autostima e consapevolezza, dell’importanza della filosofia orientale, di fallimenti e vittorie, di rinnovamento, diritto alla felicità e permesso di stare bene, intuizione e creatività, e del cervello splendidamente irrazionale della donna. 🙂 E tanto altro ancora…
«Quando elementi chimici diversi si combinano tra loro nascono nuove sostanze.
Allo stesso modo la combinazione di «sostanze» di pensiero che emanano da differenti persone si mescolano nello spazio e genera nuovi pensieri.
Il carattere e la qualità del tuo pensiero sono influenzati dalle persone con le quali hai rapporti:
il loro pensiero s’incontra con il tuo e produce una nuova combinazione.
Per aver frequentato ieri il sig. A sei una persona diversa, sino a un certo punto, che se ti fossi invece intrattenuto con il sig. B.
Hai cioè innestato sopra di te un riflesso della natura del sig. A.
Se frequenti persone che nutrono pensieri vili, tediosi o grossolani, i pensieri che nasceranno in te dal tuo rapporto con i loro pensieri, saranno, malgrado le tue aspirazioni, trascinati in basso.
[…]
Al contrario, se ti circondi di persone che coltivano pensieri alti e puri che stimano il tuo essere e il tuo agire, questo ha un valore inestimabile. È un nutrimento, pari al cibo sano e all’aria pulita.
[…] Un’organizzazione armonica e fraterna è un potente magnete: attira tutto ciò che la saggezza di ciascuno insegna essere fecondo. […]».
da “I 64 ENIGMI” di Gianluca Magi (Sperling & Kupfer)
L’UOMO MANGIA CIÒ CHE È.
Attenzione a ciò che metti in bocca!
L’evoluzione della coscienza comincia da ciò che mangi.
Diversi anni fa, in un’intervista, mi chiesero perché sono vegetariano. La mia risposta fu molto sintetica (e la penso ancora così): NON MANGIO ANIMALI.
NON RIESCO A DIGERIRE L’AGONIA.
Questo è il 27° dei miei 64 ENIGMI (Sperling & Kupfer) Le culture che hanno mantenuto intatto il rapporto con il corpo e con la terra ricordano che la consapevolezza comincia da ciò di cui ti nutri. […]
Ludwig Feuerbach, filosofo tedesco dell’Ottocento, scrisse: «L’uomo è ciò che mangia». Questa massima, che avrebbe avuto grande fortuna, è però anche un gioco di parole (si ottiene invertendo i verbi) che significa «L’UOMO MANGIA CIÒ CHE È». La frase in tedesco è: «Mann ist, was er isst». Ist «è» e Isst «mangia» sono simili nella grafia e nella pronuncia.
C’è una perfetta identità fra essere e mangiare. La tua identità dipende dal cibo che giorno dopo giorno immetti nel tuo corpo per farlo vivere e funzionare. E, al tempo stesso, il cibo non è un semplice oggetto nutritivo, ma è una vita che metti in forno o in padella per mantenere la tua, di vita. Un caro saluto,
Gianluca Magi
62° ENIGMA: La forza del piccolo. Quando le piccole cose fanno le grandi differenze.
«Guarda le cose non solo per come sono ma anche per come saranno», recita la saggezza popolare.
L’antica filosofia cinese del mutamento ricorda di osservare attentamente i segni presenti, per quanto piccoli, che precedono i cambiamenti futuri e intervenire in tempo usandoli in modo creativo.
Un piccolo barbiere che lavorava in uno scantinato e «faceva la barba per due soldi», Richard Arkwright, coltivava a tempo perso la sua passione per modelli di macchine meccaniche: brevettò il primo filatoio automatico e accumulò la più ingente fortuna partendo dal nulla.
Intuendo le potenzialità del telefono, Theodore Newton Vail lo trasformò in uno strumento di prima necessità, diventando così milionario. Lewis Edson Waterman invece di mettere la penna nell’inchiostro, mise l’inchiostro nella penna: la penna stilografica fu così industrializzata.
L’inventore inglese John Boyd Dunlop circondò con un tubo pieno d’aria una ruota di bicicletta: fu la nascita del moderno pneumatico.
Il fabbricante di sigarette Richard J. Reynolds fece disegnare un dromedario (che ha una sola gobba) sul suo prodotto Camel (che ha due gobbe), sapendo che la discussione sulle gobbe avrebbe fatto una réclame costante alla sua marca. Dopo oltre cent’anni ancora se ne parla.
… Il 62° Enigma, oltre a ricordare l’importanza per «l’uomo evoluto» di dedicarsi all’osservazione, alla perseveranza e alle cose che all’inizio sembrano piccole, mette in guardia a non ripiegarti su te stesso, per eccesso di modestia e frugalità. …
Avere un’idea non è nulla, se poi non la applichi. …
«Fin dall’infanzia so di avere un canale per mettermi in contatto profondo con una persona. Riesco a entrare nella sua linea del suono (probabilmente perché da bambino ho sofferto gravi problemi agli occhi; uno era in pratica cieco). Ascolto la sua voce, trovo il respiro e, attraverso il respiro, su cui poggia la mente, raggiungo il corpo, che è tutt’uno con la mente.
È il mio modo di recuperare quella mimesi primitiva di cui sono capaci i bambini. Un bambino che gioca a fare l’aquila diventa aquila. Se gioca a fare il vento diventa vento».
da “Il Gioco dell’Eroe” di Gianluca Magi (Il Punto d’Incontro)
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Salute cari Amici del Gioco dell’Eroe!
Dopo una certa latitanza dal programma Youtube “GdE Ask. Chiedi e ti sarà detto” per la quale sono stato giustamente rimproverato da più parti, ecco finalmente la quarta puntata.
Nell’orto pensile della DomusMagio, parlo di senso di colpa, senso di inadeguatezza, depressione e riconoscimento della propria identità.
Guarda/riguarda il Booktrailer de I 64 ENIGMI: Buona visione!
Il filosofo e psicologo statunitense William James una volta ha detto: «Il genio altro non è che la capacità di osservare la realtà da prospettive non ordinarie».
Questa storia vera conferma la bontà della sua affermazione.
Questa storia, che negli anni Trenta del secolo scorso fece il giro del mondo, la estrapolo dall'”Enigma 30″ del mio libro I 64 ENIGMI(Sperling & Kupfer) [QUI al 15% di sconto]:
Il signor Smith, un irlandese attaccatissimo al denaro, aveva tre figli, un ingente patrimonio e una strana idea per la testa che espresse nel suo testamento: la sua eredità sarebbe andata al figlio che avesse collocato nella bara 100.00 sterline.
Venuto il gran giorno, il primogenito contò i cento bigliettoni e li ripose nella bara. A malincuore, il secondogenito fece altrettanto. Il più giovane, e anche il più sagace, prese i due pacchi di banconote e se li mise in tasca. Staccò dal libretto un assegno non trasferibile e scrisse l’importo di 300.000 sterline. E lo intestò al signor Smith!
L’operazione era regolare. Il defunto non subì danni nel patrimonio e nella dignità. La devozione filiale fu inattaccabile.
E il figlio con l’eredità intascata divenne un mecenate.
Tratto da: Gianluca Magi, I 64 ENIGMI(Sperling & Kupfer), pp. 66-67.
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